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OUA : 10 giorni di sciopero contro la reintroduzione dell’obbligatorietà della mediazione

A seguito degli emendamenti presentati al senato da parte del senatore Enzo Ghigo (in  Commissione Industria) relativi alla reintroduzione (nel decreto sviluppo) della obbligatorietà della mediazione, l’Organismo Unitario dell’Avvocatura preannuncia 10 giorni di sciopero.

Avv. De Tilla : “Il Parlamento non ceda alle lobby, altrimenti gli avvocati ritorneranno in piazza per difendere la Costituzione. Pronti a dichiarare altri 10 giorni di sciopero. La illegittimità della mediaconciliazione obbligatoria è riferibile non solo all’eccesso di delega ma anche all’onerosità della stessa, alla mancanza di indipendenza delle camere di conciliazione private, alle inidoneità di gran parte dei mediatori, alla speculazione che si è scatenata nel settore, agli ostacoli all’accesso libero del cittadino alla giustizia, alle gravi ripercussioni sul giudizio successivo, al fatto che nel 90% dei casi la parte non compare o la conciliazione ha insuccesso. Dove vogliamo arrivare? Con l’iniziativa illegittima dei poteri economici che ancora una volta vogliono mettere sotto scacco il Paese e la giustizia“.

 

 

COMUNICATO STAMPA

GIUSTIZIA, L’OUA CHIEDE AL MINISTRO SEVERINO DI DARE PARERE NEGATIVO ALL’EMENDAMENTO CHE REINTRODUCE LA OBBLIGATORIETÀ DELLA MEDIAZIONE PRESENTATO NEL DECRETO SVILUPPO AL SENATO

INVIATA UNA LETTERA A TUTTI I SENATORI

PROBABILE ASTENSIONE DELL’AVVOCATURA

L’Oua continua l’iniziativa contro la presentazione in Commissione Industria del Senato di un emendamento che reintroduce l’obbligatorietà della mediazione. Per l’Organismo Unitario dell’Avvocatura si tradisce così la decisione della Consulta che aveva bocciato questo istituto. L’Oua chiede al ministro Severino di dare parere negativo all’emendamento e con una lettera inviata ai Senatori invita a respingere questa proposta. Maurizio de Tilla, presidente Oua, ricorda ancora una volta che “l’illegittimità della mediaconciliazione obbligatoria è riferibile non solo all’eccesso di delega ma anche all’onerosità della stessa, alla mancanza di indipendenza delle camere di conciliazione private, alle inidoneità di gran parte dei mediatori, alla speculazione che si è scatenata nel settore, agli ostacoli all’accesso libero del cittadino alla giustizia, alle gravi ripercussioni sul giudizio successivo, al fatto che nel 90% dei casi la parte non compare o la conciliazione ha insuccesso”. Sottolinea, infine che “questo istituto e’ ancora sub judice della decisione della Corte di Giustizia Europea”.

“Chiediamo al Ministro di dare un parere negativo all’emendamento e ai senatori di respingerlo – conclude il presidente Oua – e nel contempo ribadiamo la disponibilita’ ad aprire un confronto al fine di implementare la mediazione, purche’ sia di qualita’ e facoltativa. Stiamo per proclamare una prolungata astensione: non si puo’ calpestare cosi’ la Costituzione e i diritti dei cittadini con l’ennesimo tentativo di privatizzare la giustizia”.

Roma, 16 novembre 2012

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