In evidenza

Organismo Unitario Avvocatura: De Tilla contro il Decreto sulle liberalizzazioni.

Comunicato stampa dell’OUA (Organismo Unitario Avvocatura) sul Decreto Monti.

“In questo momento il Paese ha bisogno di ripresa economica e sviluppo, non servono scorciatoie emergenziali e superficiali come quella di una Giustizia a due velocità: rapida per le imprese, inaccessibile e inefficiente per i cittadini”, così Maurizio De Tilla, Presidente de “Organismo Unitario dell’Avvocatura”, contesta duramente, con un comunicato stampa, il contenuto nei provvedimenti sulle liberalizzazioni.

De Tilla continua dicendo che “la cosiddetta “specializzazione” dei magistrati chiamati ad occuparsi della materia dell’impresa, a nostro giudizio, presenta evidenti anomalie sulle quali invitiamo il Governo Monti ed il Guardasigilli Severino a riflettere”.

“Si tratta dell’ennesimo intervento “estemporaneo” in materia di giustizia civile, che non si inserisce in un quadro organico di razionalizzazione delle risorse umane ed economiche e di rivisitazione delle norme e prassi processuali finalizzata alla definizione più rapida dei giudizi. La previsione di ulteriori materie che potranno godere di corsie preferenziali potrebbe porsi in contrasto con le norme costituzionali, sebbene la finalità del Legislatore sia quella di intervenire sulla competitività del Paese”.
Sempre nel Comunicato stampa dell’OUA si legge che “Le competenze attribuire alle sezioni, a seguito della novella appaiono troppo estese e disomogenee fra loro, sicché parlare di specializzazione appare velleitario; accomunare class action e diritto d’autore, oppure diritto societario e diritti di proprietà industriale rischia di peggiorare, anziché migliorare, il grado di specializzazione già raggiunto dai magistrati assegnati alle sezioni in parola. Neppure le sezioni specializzate, soprattutto in grandi realtà, sono oggi (e cioè prima dell’entrata a regime della novella) esenti da arretrati anche importanti, sebbene non paragonabili rispetto a quelli del civile “ordinario”. È, tuttavia, impensabile che alle nuove competenze si possa far fronte con gli stessi magistrati attualmente assegnati alle sezioni; occorrerà implementare le nomine, ma questo non potrà che determinare un ulteriore scadimento della qualità ed allungamento dei tempi di definizione delle cause “ordinarie”».
Tra i nodi che l’Oua mette in risalto anche quello della specializzazione dei Magistrati che rischia di essere ulteriormente compromessa se agli stessi si continueranno ad assegnare anche competenze diverse da quelle proprie delle sezioni in questione.
Ma ancora più grave è il numero e la distribuzione sul territorio di queste sezioni, nonché il nodo dei costi per le imprese. «Com’è noto – sottolinea – le sezioni specializzate sono oggi dodici, con molte sezioni che coprono un territorio a cavallo di più regioni. Le sezioni di Roma (Tribunale già gravato da un arretrato considerevole) sono territorialmente competenti per le controversie relative ai territori compresi in ben tre regioni: Lazio, Abruzzo e Sardegna. Viceversa, in Sicilia sono operative due sezioni (Palermo e Catania) una delle quali (Catania) competente anche per le controversie dei territori calabresi. Il problema è particolarmente grave per la Sardegna, perché, soprattutto alla luce delle ulteriori competenze attribuite alle sezioni, è assurdo e fortemente discriminatorio pensare che cittadini, imprese e avvocati sardi debbano sobbarcarsi oltre ai già elevatissimi costi (su cui torneremo) dei procedimenti anche le relative spese di viaggio fino a Roma. È quindi impensabile che la novella non si accompagni ad un incremento del numero delle sezioni e ad una razionalizzazione delle competenze territoriali. Infine la quadruplicazione del contributo unificato, che va ad aggiungersi ai numerosi aumenti susseguitisi negli ultimi anni, pare, come al solito, perseguire unicamente l’obiettivo di deflazionare il processo civile, disincentivandone la promozione e rendendo oltremodo oneroso l’accesso alla Giustizia. Appare opportuno esemplificare: si pensi al giovane ricercatore che abbia brevettato un nuovo farmaco che venisse prodotto, in violazione del brevetto, da una multinazionale: l’accesso al giudizio (in questo caso ipotizzandosi un valore indeterminabile) costerebbe di solo contributo unificato €. 1.800,00, che arriverebbero ad €. 2,.700,00 per l’appello! Se poi il danno che derivasse dalla violazione delle norme sul brevetto dovesse superare i 520.000,00 Euro il contributo sarebbe pari ad €. 5.864,00 per il primo grado e ad €. 8.796,00 per l’appello. Altrettanto gravi sarebbero le conseguenze per i piccoli azionisti che volessero agire nei confronti dei soci di maggioranza ovvero degli amministratori di S. P. A.. Appare evidente che una norma che prevede un contributo così elevato e così sperequato rispetto ad altre controversie similari incorrerebbe in seri rischi di incostituzionalità per violazione degli artt. 3 e 24 della Costituzione».
“Queste valutazioni – conclude De Tilla –provengono da chi giorno dopo giorno vive i problemi della Giustizia italiana e possono costituire un momento di riflessione e di analisi critica per il Governo per evitare di inseguire scorciatoie dettate dall’emergenza, che alla fine risultano essere peggiorativi per gli equilibri della nostra già precaria macchina giudiziaria»
Com. Stampa OUA del 3/02/2012

Mi piace                                                            home

Leggi un altro articolo oppure cerca un altro argomento

Se hai trovato questa pagina interessante, condividila!

About Avv. Giuseppe Tripodi (1645 Articles)
Ideatore e fondatore di questo blog, iscritto all'Ordine degli Avvocati di Palmi e all'Ilustre Colegio de Abogados de Madrid; Sono appassionato di diritto e di fotografia e il mio motto è ... " il talento non è mai stato d'ostacolo al successo... "
Loading Disqus Comments ...

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Protected by WP Anti Spam
Invia un articolo