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SS.UU., Minore straniero, ricongiungimento familiare, condizioni

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SS.UU., Minore straniero, ricongiungimento familiare, condizioni
Suprema Corte di Cassazione Sezioni Unite Civili
Sentenza n. 21108 del 16 Settembre 2013
(Sezioni Unite Civili, Presidente R. Preden, Relatore G. Salmè)

Le Sezioni Unite civili della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza che si riporta, hanno trattato un interessante caso che interesserà gli stranieri.

In particolare, la Corte ha trattato l’affidamento a cittadino italiano di un minore straniero in relazione con i diversi istituti di riferimento ovvero le condizioni necessarie per ottenere il nulla osta al fine del ricongiungimento familiare.

Secondo il principio che emerge nella citata sentenza emessa ai sensi dell’art. 363 c.p.c. “Non può essere rifiutato il nulla osta all’ingresso nel territorio nazionale, per ricongiungimento familiare, richiesto nell’interesse del minore cittadino extracomunitario, affidato a cittadino italiano residente in Italia con provvedimento di kafalah pronunciato dal giudice straniero, nel caso in cui il minore stesso sia a carico o conviva nel paese di provenienza con il cittadino italiano, ovvero gravi motivi di salute impongano che debba essere da questi personalmente assistito

Articolo 363 Codice di Procedura Civile
Ricorso nell’interesse della legge

Quando le parti non hanno proposto ricorso nei termini di legge o vi hanno rinunciato, ovvero quando il provvedimento non è ricorribile in cassazione e non è altrimenti impugnabile, il Procuratore generale presso la Corte di cassazione può chiedere che la Corte enunci nell’interesse della legge il principio di diritto al quale il giudice di merito avrebbe dovuto attenersi.
La richiesta del procuratore generale, contenente una sintetica esposizione del fatto e delle ragioni di diritto poste a fondamento dell’istanza, è rivolta al primo presidente, il quale può disporre che la Corte si pronunci a sezioni unite se ritiene che la questione è di particolare importanza.
Il principio di diritto può essere pronunciato dalla Corte anche d’ufficio, quando il ricorso proposto dalle parti è dichiarato inammissibile, se la Corte ritiene che la questione decisa è di particolare importanza.
La pronuncia della Corte non ha effetto sul provvedimento del giudice di merito.

Leggi il testo della Sentenza n. 21108_09_13

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