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Cassazione, basta con le sentenze copia – incolla

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Cassazione, basta con le sentenze copia – incolla
Suprema Corte di Cassazione V Sezione Penale
Sentenza 23 aprile – 18 luglio 2014, n. 31818
Presidente Dubolino – Relatore Lignola

La Cassazione ha preso una posizione chiara contro le sentenze fotocopia emesse in sede d’appello quando viene prospettata dalla difesa una ricostruzione alternativa dei fatti di causa che però non viene valutata dal giudice del gravame in base al principio di diritto dell’oltre il ragionevole dubbio.

Dalla sentenza in commento emerge dunque che il giudice d’appello anche nel caso di accoglimento dell’ipotesi accusatoria deve sempre vagliare le possibili ipotesi che possano portare ad una diversa soluzione.

La Corte ha ribadito che “il principio dell’oltre ogni ragionevole dubbio, introdotto nell’art. 533 cod. proc. pen. dalla legge n. 46 del 2006, non ha mutato la natura del sindacato della Corte di cassazione sulla motivazione della sentenza, chiamata ad un controllo sulla persistenza o meno di una motivazione effettiva per mezzo di una valutazione necessariamente unitaria e globale dei singoli atti e dei motivi di ricorso su di essi imperniati, non potendo in ogni caso la sua valutazione sconfinare nell’ambito del giudizio di merito (Sez. 5, n. 10411 del 28/01/2013, Viola, Rv. 254579). In altri termini, il principio citato non può valere a far sì che sia la Cassazione a valorizzare e rendere decisiva la duplicità di ricostruzioni alternative del medesimo fatto, eventualmente emersa nella sede del merito e segnalata dalla difesa, sempre che però tale eventuale duplicità sia stata il frutto di un’attenta e completa disamina da parte del giudice dell’appello, il quale abbia operato una scelta, sorreggendola con una motivazione rispettosa dei canoni della logica e della esaustività”.

Nel caso di specie, continuano i giudici, “la regola di giudizio non risulta essere stata osservata dal giudice del merito, poiché la Corte territoriale non prende in alcun modo in esame l’ipotesi alternativa prospettata dalla difesa, ipotesi che appare ragionevole, poiché fondata sugli atti del processo. Ne consegue il vizio motivazionale denunciato“.

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