Sentenze Cassazione

Cassazione condanna gli agenti penitenziari che maltrattavano i detenuti

La Cassazione ha esaminato il caso di due detenuti che da qualche tempo subivano ripetute violenze da parte di alcuni agenti penitenziari del Carcere di Asti. La Corte, nel valutare la questione, si è espressa stabiledo che il caso in oggetto configura a tutti gli effetti il reato di maltrattamento.
Gli agenti sottoponevano le loro vittime a continui trattamenti a base di calci e schiaffi e non esitavano neppure di lasciare i detenuti malmenati nudi all’interno di celle prive di finestre, materassi, lavandini, sedie o sgabelli.
Il Tribunale che interpellato prima che si pronunciasse la Suprema Corte aveva affermato che, «se l’Italia non avesse omesso di dare attuazione alla Convezione Onu sulla tortura», era questo il reato da applicare nei confronti degli agenti che hanno praticato gli abusi di cui sopra (che di fatti erano più di due ma gli altri sono rimasi non identifiati).
La Cassazione ha stabilito che “la realizzazione di una pluralità di condotte violente, vessatorie, umilianti e degradanti da parte di appartenenti alla polizia penitenziaria ai danni dei detenuti integra il reato di maltrattamenti tutte le volte che le condotte realizzate sono espressione di una pratica reiterata e sistematica”.
Purtroppo però non ci sarà la riapertura del processo in quanto anche nei confronti del reato di maltrattamenti è sopraggiunta la prescrizione.

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