Sentenze Cassazione

Cassazione penale, rubare nel cortile del condominio è come il furto in abitazione

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Cassazione penale, rubare nel cortile del condominio è come il furto in abitazione
Corte di Cassazione Sentenza n. 4215/13

Rubare il navigatore dell’auto è come commettere il reato di furto in abitazione se l’automobile è parcheggiata nel cortile del condominio.

Questo è quanto emerge dalla sentenza n. 4215/2013, con cui gli ermellini, rigettando l’appello dell’imputato, hanno confermato la sentenza d’appello emessa nei suoi confronti perchè ritenuto colpevole di aver rubato due navigatori satellitari da due vetture che si trovavano parcheggiate nel cortile condominiale.

In Cassazione l’imputato lamentava principalmente la qualificazione del fatto contestatogli in quanto non si trattava di furto in abitazione poichè il reato si sarebbe consumato all’interno di un’area privata sulla quale vi era addirittura una servitù pubblica di passaggio pedonale.

Secondo i giudici di Piazza Cavour, è giusta l’equiparazione del reato al furto in abitazione in quanto l’attuale formulazione della norma in questione prevede la condotta dell’impossessamento mediante introduzione in un luogo destinato a privata dimora o nelle sue pertinenze e, pertanto, la fattispecie oggetto d’esame rientrava perfettamente nell’ambito di quella astrattamente ipotizzata dalla norma di riferimento.

L’area in cui erano parcheggiate le auto, a parer della difesa, non rientra nella pertinenza dell’abitazione proprio per il fatto che sulla stessa gravava la succitata servitù oltre che per la mancanza dell’esclusività del luogo stesso in quanto parte del condominio.

La Suprema Corte conclude chiarendo che la nozione di pertinenza valevole ai fini dell’art. 624 bis c.p. non coincide con quella civilistica, non richiedendo l’uso esclusivo del bene da parte di un solo proprietario.

Per i giudici del Palazzaccio, infatti, ciò che caratterizza il bene in questione non è tanto l’esclusività dello stesso ma piuttosto quello della sua strumentalità a un’esigenza di vita domestica del proprietario.

Ciò coincide con il ricovero e la tenuta a disposizione delle autovetture parcheggiate a cui l’imputato ha rubato il navigatore e, sulla base di queste considerazioni, la Cassazione ha respinto il ricorso.

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