Sentenze Cassazione

Cassazione, regole per la valutazione della prova orale

 

Cassazione, regole per la valutazione della prova orale
Suprema Corte di Cassazione Sezione Sesta Penale
Ud. del 27-03-2014 Dep.23-06-2014, Sentenza n. 27185
Dott. MILO Nicola – Presidente –
Dott. LANZA Luigi – Consigliere –
Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere –
Dott. DE AMICIS Gaetano – rel. Consigliere –
Dott. BASSI Alessandra – Consigliere –

La Cassazione, con la sentenza che di seguito riportiamo, ha esaminato un interessante caso che ha permesso ai supremi giudici di chiarire alcune fondamentali regole relative alla valutazione della prova orale.

Ad esempio ha spiegato che l’espressione “fino a prova contraria” non significa che la deposizione testimoniale non possa essere disattesa se non quando risulti positivamente dimostrato il mendacio, ovvero il vizio di percezione o di ricordo del teste, ma solo che devono esistere elementi positivi atti a rendere obiettivamente plausibile l’una o l’altra di dette ipotesi (Sez. 1, n. 7568 del 02/06/1993, dep. 03/08/1993, Rv. 194774).

E, su questa considerazione ha quindi affermato che “le dichiarazioni di un testimone (anche se si tratti della persona offesa), per essere positivamente utilizzate dal giudice, devono risultare credibili, oltrechè avere ad oggetto fatti di diretta cognizione e specificamente indicati, con il logico corollario che, contrariamente ad altre fonti di conoscenza, come le dichiarazioni rese da coimputati o da imputati in reati connessi, esse non abbisognano di riscontri esterni, il ricorso eventuale ai quali è funzionale soltanto al vaglio di credibilità del testimone (Sez. 3, n. 11829 del 26/08/1999, dep. 15/10/1999, Rv. 215247)”.

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