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Condannato Carabiniere che pagava con droga il proprio informatore

Dalla sentenza n. 31436 dell’1 agosto 2012 emerge che il rapporto tra agente di polizia e informatore non deve oltrepassare dei limiti ben precisi. Con la sentenza in oggetto la Suprema Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un comandante dei carabinieri per peculato e cessione di sostanze stupefacenti in quanto il militare, dopo aver sequestrato una partita di “fumo” per un quantitativo pari ad un kilogrammo, ne aveva ceduto una parte al suo informatore.
La sostanza illecita era stata sequestrata proprio grazie alle notizie rese dall’informatore che in cambio ha avuto circa 20 grammi della sostanza dal carabiniere.
Per i giudici di Piazza Cavour l’atteggiamento tenuto dal militare è stato fin troppo disinvolto e non trova alcuna giustificazione nella finalità di aiutare le indagini che a questo punto inquadrerebbero la cosa come un pagamento vero e proprio per il “servizio” reso. L’ufficiale dell’Arma aveva sottratto al quantitativo di droga sequestrato la parte da corrispondere all’informatore dicendo ai suoi sottoposti che l’avrebbe tenuta in un cassetto. Questo modo di fare conferma il fatto che l’uomo stesse agendo senza osservare le norme e tutto è venuto fuori al momento in cui gli è stato sollecitato di tirar fuori l’hashish requisita. Relativamente al caso analizzato dalla Suprema corte c’è da dire che il reato di cessione di droga si è prescritto, mentre riguardo al peculato si configura l’attenuante della particolare tenuità del fatto e per questo motivo la pena del militare è stata condonata.

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About Avv. Giuseppe Tripodi (1645 Articles)
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