Dire a qualcuno che è un fan dell’omosex viola il diritto all’identità personale
Dire a qualcuno che è un fan dell’omosex viola il diritto all’identità personale
Corte di Cassazione Terza sezione Civile – Sentenza n. 23314/2012
La suprema corte di cassazione ha affermato che rivolgersi a qualcuno dicendo che è un “filo-omosessuale” oppure un “fan dell’omosex” e’ espressione che viola il “diritto all’identita’ personale” e, pertanto, su queste basi, la terza sezione civile della Suprema Corte, con la sentenza n. 23314/2012, ha convalidato un risarcimento pari a 5 mila euro in favore di un avvocato di Verona che, durante un assemblea consiliare aveva assunto posizioni liberali e democratiche riguardo all’argomento in questione ai fini del riconoscimento delle coppie omosessuali etc. e che per questo era stato denigrato da parte di una Associazione (“Famiglia e civiltà”) con un volantino in cui l’uomo veniva descritto come un “filo-omosessuale” “fan dell’omosessualismo” e, infine come “appartenente alla Verona dei pederasti”.
Ovviamente l’avvocato ha denunciato l’associazione per aver leso il suo onore e la sua immagine, chiedendo la somma di 5 mila euro per la “lesione del diritto all’identita’ personale” .
Riconosciuto il danno in favore dell’avvocato la suddetta associazione tenta la strada della Cassazione ma inutilmente. Infatti, Piazza Cavour ha rigettato il ricorso avverso la sentenza impugnata evidenziando che il “giudice territoriale ha ritualmente ed esaustivamente compiuto accertamento che con motivazione scevra da vizi logico-giuridici ha del tutto condivisibilmente ritenuto violato il diritto all’identita’ personale” dell’avvocato “tutelato tra l’altro dall’art. 2 della Carta fondamentale”. Infine, la Corte di Cassazione ha precisato che il giudice del precedente grado di giudizio ha “correttamente motivato circa l’esistenza e la consistenza della lesione lamentata con riferimento all’attivita’ politica esercitata”.