La Cassazione impone ai condomini il principio di solidarietà
La Cassazione impone ai condomini il principio di solidarietà
Cassazione Seconda Sezione Civile – Sentenza n. 18334/2012
Solitamente quando si parla di condominio viene subito in mente a litigi e piccoli dispettucci tra vicini di casa se non altro per i numerosi procedimenti (anche nell’ambito penale) che nascono dalla difficile convivenza condominiale.
Guai a perdere una causa che riguarda una lite condominiale ne andrebbe della reputazione del condomino, che per la “bastonata” giudiziaria potrebbe anche smettere di uscire dal proprio appartamento.
É facile ironizzare sulle questioni condominiali ma proprio perché nel corso degli anni le vicende legate al mondo dei condomini hanno sfornato una serie di situazioni strane (o assurde) che superano ogni immaginazione.
Bisogna abbandonare questa visione delle cose e fare come dice la Cassazione ponendo alla base della convivenza condominiale la solidarietá tra esseri umani iniziando prorpio col rimuovere gli ostacoli per gli anziani e i disabili.
Per i giudici della Corte, che hanno deciso la questione giudiziale proprio basandosi sul principio di solidarietà, non si puó vietare l’installazione di un ascensore che sia di aiuto ad anziani o a chi é affetto da disabilità perché deturpa l’estetica del palazzo o per il semplice fatto che la sua introduzione non e’ stata votata in maniera unanime dai condomini.
La vicenda che ha originato il processo riguardava un condominio di La Spezia, un palazzo in stile liberty, cui era stato intimato di rimuovere l’ascensore perché rovinava l’estetica dell’immobile.
La Cassazione, contrapponendo la propria decisione a quella dei giudici d’appello, proprio in base al principio della ‘solidarieta’ condominiale’ ha osservato che nell’ottica della “coscienza sociale del dovere collettivo di rimuovere preventivamente ogni possibile ostacolo all’applicazione dei diritti fondamentali delle persone affette da handicap fisici, sono state introdotte disposizioni generali per la costruzione degli edifici privati e per la ristrutturazione di quelli preesistenti, intese all’eliminazione delle barriere architettoniche, indipendentemente dalla effettiva utilizzazione degli edifici stessi da parte delle persone disabili”.
La Corte riprendendo una sentenza della Corte Costituzionale ha poi ricordato che nell’ “ormai superata concezione della radicale irrecuperabilita’ dei disabili, la socializzazione deve essere considerata un elemento essenziale per la salute” di anziani e disabili “si’ da assumere una funzione sostanzialmente terapeutica assimilabile alle stesse pratiche di cura o riabilitazione“.
Adesso spetterà alla Corte d’Appello di Genova riesaminare la questione tenendo in considerazione quanto in tal senso é stato dettato della Suprema Corte.
la socializzazione deve essere considerata un elemento essenziale per la salute” di anziani e disabili “si’ da assumere una funzione sostanzialmente terapeutica assimilabile alle stesse pratiche di cura o riabilitazione“.