Sentenze Cassazione

La compagnia di assicurazione deve accertare la genuinità del contrassegno assicurativo

La Suprema Corte ha emesso una interessante sentenza in mateira di falsi tagliandini assicurativi. Il caso giunto fino a Piazza Cavour riguardava una donna che ha subito un incidente stradale riportando anche danni al proprio veicolo e il responsabile dell’incidente che risultava essere privo di assicurazione.

In realtà in un primo momento la documentazione assicurativa del responsabile del sinistro sembrava regolare ma poi si è accertato che non vi era nessun rapporto tra quest’ultimo e la compagnia assicurativa indicata sul contrassegno.

Si è reso necessario portare la causa innanzi alla Sesta sezione civile della Corte di Cassazione per fare un po’ di chiarezza alla vicenda che inizialmente era stata decisa dando ragione alla donna ma poi, in secondo grado, ribaltando quanto era stato stabilito dal giudice di pace di Gallipoli, il Tribunale dava ragione alla compagnia di Assicurazioni.

I giudfici con la toga d’ermellino hanno definitivamente chiuso la vicenda giudiziaria stabilendo che non può chiedersi alla danneggiata di accertare la validità del contrassegno esibito quando lo stesso sembra essere valido.

Pertanto, la compagnia coinvolta ha l’onere di dimostrare di essere totalmente estranea alla vicenda e di non aver avuto un comportamento (colposo) che potesse generare tale equivoco.

C’è da dire che il contrassegno falso utilizzato dal responsabile del sinistro non ha soltanto ingannato la signora che ha subito l’incidente ma anche i carabinieri chje si sono accorti soltanto in un secondo momento della mancanza di copertura assicurativa.

La compegnia assicurativa ha soltanto definito la documentazione oggetto del processo come falsa ma senza spiegare in che modo è stata falsificata.

Per la Corte il contrassegno assicurativo opera a tutela dei danneggiati e dei terzi e l’automobilista danneggiato ha il diritto di rivolgere la propria richiesta alla compagnia di assicurazione che “appare” essere responsabile in solido con chi ha cagionato il danno.

La Corte continua affermando che certamente se il tagliando assicurativo è falso la compagnia ha tutto il diritto rappresentare la propria estraneità sulla vicenda ma lo deve fare in giudizio fornendo prove adeguate e, proprio per la posizione di garanzia che occupa, non può limitarsi a dichiarare semplicemente insussistente il rapporto assicurativo.

Ove ciò non fosse provato vi è la c.d. “apparenza del diritto”, che fa fede fino alla prova, data dalla compagnia, di non aver avuto alcuna colpa nella ingenerazione dell’affidamento.

In questo modo la Suprema Corte con la sentenza n. 11295/2012 depositata il 5 luglio scorso, pone a carico della compagnia di assicurazione gli oneri conseguenti al problema della falsificazione dei contrassegni, che non possono gravare sui danneggiati, che sono i contraenti deboli.

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