Sentenze Cassazione

Legittimo il Decreto di Espulsione se manca la convivenza col coniuge italiano

Legittimo il Decreto di Espulsione se manca la convivenza col coniuge italiano

Cassazione Ordinanza n. 15294/2012

Questa sentenza interesserà sicuramente molti utenti del Blog. La Corte ha trattato il tema relativo alla legittimità del decreto di espulsione dello straniero/a sposato/a con un italiano/a ma non più convivente dettando delle regole ben precise sulla materia.

Il “vecchio stivale” ha accolto molti stranieri nel territorio e ha sempre cercato di favorire l’integrazione delle diverse culture che ogni giorno si mixano con quella italiana.

Gli stranieri poi sono coloro che ci hanno aiutato a ringiovanire il Paese perchè uno dei nostri problemi è sempre stato il calo delle nascite e si deve dire grazie soprattutto agli stranieri stabiliti in Italia se negli ultimi tempi queste cifre sono diventate meno drastiche.

L’opinione pubblica però non ha sempre visto di buon occhio queste unioni. La gente non ha mai preso troppo sul serio la maggior parte delle storie nate fuori dai confini.  Il detto “moglie e buoi dei Paesi tuoi” è ancora molto utilizzato nel nostro territorio e non solo da coloro che portano i capelli bianchi.

Siamo tradizionalisti? No. La donna straniera ci piace e infatti il numero di uomini che sposano donne straniere è sempre in costante aumento.
La stessa cosa può dirsi per le donne italiane che sposano uomini stranieri ma in questo caso, spesso è la nostra connazionale a trasferirsi all’estero.

Poi va detto che come spesso accade si arriva sempre alla degenerazione delle cose e quindi non è raro che il matrimonio sia stato combianto o simulato e ciò ha contribuito a diffondere una brutta opinione sul matrimonio tra italiani e stranieri.

In particolare, gli italiani che ancora oggi considerano la famiglia come la base fondamentale per lo sviluppo dell’uomo (non considerando che ogni 10 nuove famiglie almeno 6 si sfasciano prima di 10 anni) come avrebbero potuto considerare l’unione tra un italiano che per sposarsi con la straniera ha lasciato la propria famiglia?

Italiani, tradizionalisti e campanilisti. Non ha reso le cose più semplici il fatto che sono aumentate a dismisura le persone anziane che passeggiano per le strade cittadine insieme a giovanissime biondone mozzafiato.

Tutto questo ha contribuito ad aumentare le azioni criminali tendenti a far entrare “legalmente” stranieri nel territorio dello Stato perchè non sono pochi i casi di matrimoni nati e morti nel giro di poche settimane o addirittura casi in cui due persone sono legalmente sposate ma di fatto non vivono insieme e neppure si conoscono.

Tutte queste situazioni hanno creato un mondo parallelo allo scopo di differenziare le unioni tra italiani e stranieri “veritiere” da quelle “simulate”.

Diciamo la verità, anche se aumentano a dismisura i processi per la separazione dei coniugi agli italiani piace, almeno pensare, che la gente ci si sposi per amore e che la storia abbia solide basi su cui poggiare.

Un intervento della Corte di Cassazione sull’argomento era inevitabile e questa sentenza non è il primo caso e non sarà certamente l’ultimo.

L’importanza di questa decisione sta nel principio che emerge per cui si considera legittimo il decreto di espulsione nel caso in cui ci sia matrimonio ma non ci sia trra i coniugi una effettiva convivenza.

La Corte, con ordinanza n. 15294/12, conferma l’efficacia del provvedimento di espulsione emesso ex art. 13, comma 2, lett. b), d.lgs. n. 286/98, se l’intimata, benché sposata con un cittadino italiano, risulta non essere più convivente con il marito.

La vicenda che ha originato tutto riguarda una cittadina marocchina nei confronti della quale era stato emesso  ex art. 13, comma 2, lett. b), d.lgs. n. 286/98 un decreto prefettizio di espulsione. La donna impugna tutto innanzi al Giudice di Pace ma è costretta comunque ad agire innanzi agli ermellini che però, respingono il ricorso giudicando lo stesso inammissibile riguardo al primo motivo avanzato dalla marocchina ovvero la mancata traduzione dello stesso nella lingua ufficiale dello Stato di origine della donna (il francese), e relativamente al secondo motivo di ricorso lamentato dalla donna che affermava di esser sposata con un cittadino italiano  (violazione dell’art. 19, comma 2, lett. c), T.U. imm.,) i giudici di Piazza Cavour confermano la decisione del giudice di prime cure, rilevando l’assenza del requisito della convivenza necessario ai sensi del citato art. 19 T.U. imm.

E’ stato infatti acclarato che il marito, avviate le pratiche di separazione, si fosse trasferito in un luogo diverso da quello indicato come dimora familiare. La Cassazione ha precisato anche che nel giudizio di espulsione è da considerarsi irrilevante la pendenza del giudizio di impugnazione, promosso dalla medesima ricorrente, del diniego del permesso di soggiorno, come stabilito dalla Sezioni Unite con la sentenza n. 22217/06.
Per tutte queste ragioni la Suprema Corte ha dichiarato legittimo ed efficace il decreto che intimava alla ricorrente di lasciare il territorio italiano entro  cinque giorni.

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