La Cassazione ha di recente trattato il caso di due genitori, spreconi che non sono stati ritenuti in grado di provvedere all’esgenze dei propri figli e, pertanto, ne è stata decisa la loro adottabilità.In pratica, il Tribunale dei minori aveva dichiarato lo stato di adottabilità dei figli minori di una coppia perchè non ritenuta in grado di svolgere il ruolo di genitori. A nulla è servita la seconda opportunità offerta dalla Corte d’Appello che ha sospeso temporaneamente il provvedimento per verificare se fosse veritiero ciò che il tribunale dei minori poneva a giustificazione del provvedimento citato. Dopo otto mesi di osservazione e numerose relazioni dei servizi sociali, i risultati hanno confermato le paure espresse da parte del Tribunale dei minori e «l’incapacità dei genitori di provvedere alle più elementari esigenze alimentari e igieniche dei bambini».
I genitori, non condividendo questa valutazione e per dichiarare illegittimo lo stato di adottabilità dei propri figli, si rivolgono alla Suprema Corte osserando che le «condizioni di indigenza della famiglia di origine non possono essere di ostacolo al diritto del minore alla propria famiglia».
La Cassazione, con la sentenza n. 10176/12, per tutelare i minori, si è espressa a favore dei quanto già stabilito dalla corte territoriale, osservando che non è lo stato di indigenza a determina l’adottabilità dei figli ma una serie di comportamenti di entrambi i coniugi che mettono a rischio il futuro dei minori e, più nello specifico, «la tendenza allo spreco delle risorse disponibili», il «rifiuto» dell’uomo «di varie offerte di lavoro» e l’«atteggiamento» della donna che «distoglieva» il compagno «da qualsiasi progetto lavorativo».