Tribunale di Sorveglianza: condizioni carcerarie disumane, risarcito detenuto.
Celle piccole e sovraffollate, riscaldamento acceso soltanto un ora al giorno e niente acqua calda in bagno, questi sono i motivi che hanno indotto un detenuto tunisino a presentare ricorso al Tribunale di Sorveglianza di Lecce che, in parziale accoglimento del suddetto ricorso, gli ha riconosciuto un risarcimento pari a €. 220,00 in quanto, a parere del magistrato, le citate condizioni di vita, all’interno del carcere di Borgo San Nicola (Lecce) sono lesive della dignità umana, intesa come adeguatezza del regime penitenziario, soprattutto in ragione dell’insufficiente spazio minimo fruibile nella cella di detenzione. Pertanto, ha disposto in favore del recluso, un risarcimento di natura economica dei danni non patrimoniali a carico dell’amministrazione penitenziaria.
Secondo il giudice di sorveglianza un trattamento penitenziario inadeguato non consente sufficiente socializzazione diventando un l’ostacolo vero e proprio per una concreta rieducazione e risocializzazione del detenuto.
Questo caso, forse l’unico in Italia, rappresenta l’inizio di quel processo di “bonifica” delle tristi e mal ridotte carceri italiane? … É già qualcosa…!!!
suona tanto da presa in giro….
220 Euro per vivere come un animale… e dopo? continuera’ ad avere lo stesso trattamento.. se non peggiore..
E voi evidenziate a grandi lettere che il detenuto e’ stato risarcito e quindi gli e’ stata data ragione… ma non vi sembra di essere ridicoli?
Capisco che chi ha commesso un reato debba essere privato della liberta’e scontare la sua pena, e sono anche del parere che non gli debba essere fatto nessuno sconto… ma le condizioni della reclusione (qualunque sia la nazionalita’ ) devono assolutamente essere condizioni di vita accettabili e non disumane, quindi e’ lo stato delle cose che va modificato. Riflettiamo bene al riguardo.
Cara Tiziana,
La tua critica è sicuramente fuori luogo, l’articolo in questione, piaccia o non piaccia, riporta una notizia che mette in luce la triste e, in alcuni casi, drammatica situazione di alcuni Istituti Penitenziari italiani.
La vicenda del tunisino risarcito di cui all’articolo sopra, è’ l’unico caso fin ora in Italia e, pertanto, introduce un principio importantissimo, che prescinde dalla quantificazione monetaria.
Quest’ultima, giusta o sbagliata che sia, non sta a me valutarla.
Se trovi ridicolo questo articolo sei libera di pensare (o leggere) ció che vuoi (o che ti fa comodo), ti auguro una buona giornata.