Sentenze Cassazione

Ustica: non è stata garantita la sicurezza dei cieli italiani, lo Stato deve risarcire le vittime

Ustica: non è stata garantita la sicurezza dei cieli italiani, lo Stato deve risarcire le vittime

Corte di Cassazione Terza Sezione Civile – Sentenza n. 1871/2013

Ecco la prima sentenza definitiva sul caso “Ustica”. La corte, con la sentenza oggetto d’esame fa un poì di giustizia stabilendo che l’aereo non ha subito nessuna esplosione interna ma fu colpito da un missile. In questo modo la Suprema Corte ha aperto la strada in sede civile al risarcimento dei familiari delle vittime.

Un passo in avanti importante ma che comunque non fa luce sulla verità, che resta ancora un mistero dopo quasi anni da quel tragico giorno (27 giugno del 1980) in cui persero la vita le 81 persone che si trovavano a bordo del DC9 Itavia in volo da Bologna a Palermo.

Una condanna nei confronti dello Stato italiano per non aver garantito sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli.

Secondo gli ermellini, appare “abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile” accolta dalla Corte di Appello di Palermo a fondamento delle prime richieste risarcitorie contro lo Stato presentate dai familiari di tre vittime della strage di Ustica.
La Corte (Terza Sezione Civile) respingendo il ricorso presentato da parte del Ministero della Difesa e quello dei Trasporti, con la sentenza n. 1871/13 ha confermato che il controllo dei radar sui cieli italiani non era adeguato e sulla base di questa osservazione

L’Avvocatura dello Stato ha cercato di sostenere la tesi della prescrizione e comunque che non si poteva loro imputare “l’omissione di condotte doverose in difetto di prova circa l’effettivo svolgimento dell’evento”.

I giudici di Piazza Cavour però la pensano diversamente e replicano affermando che “è pacifico l’obbligo delle amministrazioni ricorrenti di assicurare la sicurezza dei voli”, e che “è abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile” accolta dalla Corte di Appello di Palermo nel primo verdetto sui risarcimenti ai familiari delle vittime depositato il 14 giugno 2010.

Quanto alla prescrizione, il motivo è stato giudicato “infondato” poichè l’evento stesso dell’avvenuta vicenda della strage di Ustica “dimostra la violazione della norma cautelare”.

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