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Fa causa allo Stato per dividere la Sicilia ma l’assenza dell’avvocato “salva” l’isola

sicilia

La Sicilia resta unita per mancanza dell’avvocato
Suprema Corte di Cassazione Sesta Sezione Civile
Sentenza n. 24517 del 30 Ottobre 2013

La Cassazione si è dovuta occupare di un caso molto particolare proposto da un fantasioso ricorrente che, percorrendo tutti i gradi di giudizio, è riuscito a portare la propria domanda giudiziale fino alla massima corte affinchè venisse suddiviso la Sicilia in due parti: una parte indipendente e neutrale, l’altra autonoma, a Statuto incompleto “da sessant’anni per ostruzionismo e complotto politico del governo unitario e accentrato a Roma”.

In poche parole, il ricorrente si è autoproclamato “reggente provvisorio” di questo nuovo Stato (nato appunto dalla suddivisione delle Sicilia) e si è rivolto alla Corte affinchè venisse riconosciuta la nuova realtà geografica e politica e per raggiungere questo scopo non ha esitato a ha portare in tribunale un prefetto e un magistrato della Corte dei Conti per ottenere “la condanna dello Stato italiano alla spartizione della Sicilia in due zone”.

Uno Stato nuovo, senza euro e col pagamento delle tasse in favore delle tasche del “reggente provvisorio” che avrebbe trasformato la base di Sigonella in aeroporto civile.

Il giudice di pace che per primo aveva esaminato il caso si era pronunciato dichiarando la carenza di legittimità del ricorrente a promuovere una causa simile, mentre in sede d’Appello, il Tribunale di Catania, dichiarava l’impossibilità di costituirsi personalmente senza un avvocato.

La Cassazione, che non ha neppure preso in considerazione le richieste subordinate del ricorrente di rinviare le carte alla Corte Costituzionale, ha messo fine alla battaglia giudiziaria contro lo stato italiano perchè, come aveva detto il giudice d’appello, l’uomo si era presentato senza un avvocato, cosa non permessa dal nostro codice.

Per la Corte di legittimità “la collaborazione di un esperto serve a filtrare il processo dalle emozioni e dalla passionalità dei diretti protagonisti della lite e che potrebbero privarli della necessaria lucidità”

La parte conclusiva del ricorso prevedeva anche la richiesta di citazione di Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione Sicilia, e dell’ex premier Silvio Berlusconi, nonché di Barack Obama, presidente degli Stati Uniti.

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