Cassazione: multata una “lucciola” per atti contrari alla pubblica decenza.
La Cassazione, in materia di atti contrari alla pubblica decenza, con la Sentenza n. 1387/12, ha deciso di convalidare la multa di €. 800,00 inflitta ad una “lucciola” perché indossava un abbigliamento succinto ed assumeva “posture tali da rendere visibili a terzi parti intime e/o riservate del proprio corpo”. Multata dal Giudice di Pace di Bologna la prostituta ha portato il caso fino in Cassazione, sostenendo che l’abbigliamento e l’atteggiamento disinvolto oggi non urta più la collettività ma è stato tutto inutile, infatti gli Ermellini hanno respinto il ricorso precisando che sussistono gli elementi costitutivi del reato punito ex art. 726 c.p. in quanto “il modo di vestire e l’atteggiamento assunto dalla lucciola hanno rappresentato una condotta contraria al sentimento di costumatezza cosi’ come inteso tuttora dalla comunita’/collettivita’ sociale”.
L’associazione “certi diritti” ha già annunciato un’azione di disobbedienza per protestare contro la decisione.