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Concussione se si assumono raccomandati

Suprema Corte di Cassazione Vi sezione Penale Sentenza n. 15792/2018

Concussione se si assumono raccomandati
Suprema Corte di Cassazione VI Sezione Penale 
Sentenza n. 15792/2018

La Suprema corte di Cassazione, con la sentenza che si riporta al link in fondo alla pagina, ha esaminato un particolare caso di concussione in cui un sindaco ha costretto ad assumere due “raccomandati” presso una casa di riposo.

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La Corte, nel valutare i fatti di causa, ha quindi richiamato dei propri precedenti ricostruendo anche quelli che sono gli elementi indispensabili per la configurazione del suddetto reato e, nello specifico, ha ribadito che “il delitto di concussione, di cui all’art. 317 c.p. nel testo modificato dalla L. n. 190 del 2012, è caratterizzato, dal punto di vista oggettivo, da un abuso costrittivo del pubblico agente che si attua mediante violenza o minaccia, esplicita o implicita, di un danno “contra ius” da cui deriva una grave limitazione della libertà di determinazione del destinatario che, senza alcun vantaggio indebito per sè, viene posto di fronte all’alternativa di subire un danno o di evitarlo con la dazione o la promessa di una utilità indebita, e si distingue dal delitto di induzione indebita, previsto dall’art. 319 quater c.p. introdotto dalla medesima L. n. 190, la cui condotta si configura come persuasione, suggestione, inganno (sempre che quest’ultimo non si risolva in un’induzione in errore), pressione morale con più tenue valore condizionante della libertà di autodeterminazione del destinatario il quale, disponendo di più ampi margini decisionali, finisce col prestare acquiescenza alla richiesta della prestazione non dovuta, perchè motivato dalla prospettiva di conseguire un tornaconto personale, che giustifica la previsione di una sanzione a suo carico (Sez. U, n. 12228 del 24/10/2013, Maldera e altri, Rv. 258470; Sez. 6, n. 9429 del 02/03/2016, Gaeta e altro, Rv. 267277)“.

Gli ermellini, che hanno rigettato il ricorso confermando quanto stabilito dalla Corte territoriale, condannando il ricorrente anche al pagamento delle spese processuali sostenute dalla p.c., hanno quindi ricordato altresì che “la giurisprudenza di questa Corte ha evidenziato in punto di analisi differenziale tra l’induzione e la costrizione, che qualora rispetto al vantaggio prospettato quale conseguenza della promessa o della dazione indebita dell’utilità, si accompagni anche un male ingiusto di portata assolutamente spropositata, la presenza di un utile immediato e contingente per il destinatario dell’azione illecita risulta priva di rilievo ai fini della possibile distinzione tra costrizione da concussione ed induzione indebita, in quanto, in tal caso, il beneficio conseguito o conseguibile risulta integralmente assorbito dalla netta preponderanza del male ingiusto (Sez. 6, n. 8963 del 12/02/2015, Maiorana, Rv. 262503)“.

Concussione – Articolo 317 Codice Penale

Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità, è punito con la reclusione da sei a dodici anni [32 quater].

Sentenza n. 15792-2018

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